giovedì 19 novembre 2009

Un redattore tra le alpi


Vi devo confessare una cosa: amo il Trentino Alto Adige.
Potere intraprendere un viaggio in questa regione, interamente spesato dalla sacra provincia autonoma (e quindi, per vie traverse, dalle mie stesse tasse), è stato un gran privilegio nonché una solenne goduria.
Ma questa esperienza, oltre che piacevole, è stata anche foriera di grandi lezioni, che vi vado ora ad enumerare e attraverso le quali cercherò di riassumere gli eventi più significativi...

Lezione numero zero: Lucio non fa mezze porzioni.
Il viaggio non può che partire da lì, dal nostro sancta sanctorum, dal luogo dove tutto inizia e tutto prima o poi dovrà finire...il bar di Lucio. E visto che lo raggiungo non proprio a stomaco vuoto, cerco di evitare il colpo di grazia alla mia digestione. Ma la mia mezza porzione di pasta al pesto (alla Lucio), è talmente scarsa che sta a malapena nella fondina. Comunque, non faccio prigionieri.



Lezione numero uno: Hannes è un nome maschile.
Dal momento che, come tutti sanno, il venerabile maestro Sartori non è munito di telefono cellulare, al sottoscritto è toccato l'onere di tenere i contatti per avvisare dell'imminente arrivo e allertare così il nostro referente nella città nordica. Il nostro referente si chiama Hannes e la mia fortuna è stata quella di scambiare con lui una serie di sms, scoprire che si trattava di un uomo, conoscerlo di persona e di fare tutto ciò in quest'ordine. Se le cose si fossero svolte secondo un altro ordine probabilmente avrei fatto una figura di (scusate il raffinato francesismo) merda. Hannes è un uomo, e che uomo! Artista, fumettista, poliglotta...ci accoglie in stazione, ci guida al nostro hotel e al luogo della nostra relazione su Burumballa. Conoscere lui, come gli altri volontari del festival, ha significato imbattersi in un concentrato esplosivo di passione per tutto ciò che è creativo, e un pozzo di cultura fumettistica, cinematografica e videoludica.

Lezione numero due: Come convincere un mendicante che non si hanno spicci (anzi che forse si è messi peggio di lui).
Giunti nel centro di Bozen, Hannes e Lo si recano all'hotel per farsi dare il telecomando del parcheggio. Io resto a fare la guardia alla macchina, sfrontatamente parcheggiata in una viuzza del centro apparentemente isola pedonale. Una macchina della polizia (polizei) mi passa accanto più volte e io sfoggio la migliore delle mie espressioni teutoniche e indifferenti, come a sottolineare che quell'auto (das wagen) non ha nulla a che vedere con me. Nel frattempo, a dimostrazione delle mie abilità camaleontiche, un uomo mi rivolge una domanda in tedesco.
Ma davanti alla mia eloquente espressione da totano, riformula la richiesta in italiano: “Non è che hai qualche spiccio?”. A quanto mi racconta è appena uscito di prigione e non riesce a trovare lavoro. Non voglio sembrare insensibile al suo problema, ma in quel momento ho solo qualche biglietto di grosso taglio (non troppo grosso) e nessuno spiccio, così gli spiego che non sono neanche di Bolzano: sono un fumettista in trasferta. Questo sembra scoraggiarlo decisamente.
Conclusione, se volete convincere qualcuno che avete ben poca liquidità da elargire, raccontategli che fate i fumettisti: se vi va bene vi offriranno loro qualcosa, colti da compassione.
Dopo una rapida cioccolata ci dirigiamo alla libreria Ubik, dove Lorenzo ed io compiamo il nostro dovere. Il pubblico è composto praticamente dagli organizzatori del festival, ma forse proprio grazie a questo tutto procede piacevolmente.
Terminato l'incontro approfittiamo del tempo rimasto prima di cena per farci accompagnare alla mostra di Thomas Ott e a quella delle tavole selezionate dal concorso di fumetto muto.
Al gruppo si aggiunge anche il vincitore di tale concorso: un ragazzo norvegese autore di una storia geniale, un po' in stile Chris Ware.
La cena e il dopocena li passiamo a parlare con Sara, Hannes, Andrea, Elisabeth e Armin. Parliamo di autori, film, fumetti, fiere, videogiochi, festival...quando ci alziamo per andare a casa (all'hotel) nel ristorante non è rimasto più nessuno.

Lezione numero tre: Controllare sempre le gambe del letto prima di abbandonarcisi con troppa foga.
La stanza dell'hotel è piccolina e l'unico punto luce è l'imitazione di un finestra, alta cinquanta cm e larga due (cm). Stanco per la lunga giornata mi tuffo sul giaciglio con la grazia di un pesce baleno (scusa Carl Barks), ma una gamba del letto cede e materasso e redattore cadono rovinosamente al suolo. Mi infilo sotto le doghe come un provetto meccanico per capire il problema: i sostegni sono costituiti da coni rovesciati di dimensioni ridicole. Incastro nuovamente la gamba traditrice e poi, in uno slancio di altruismo, scivolo a controllare anche il talamo del venerabile maestro: un redattore può permettersi certe figure, un direttore artistico ovviamente no!
Dormo da schifo, sveglia alle sette e mezzo.



Lezione numero quattro: Non si può andare a Bolzano d'autunno e non assaggiare un Cuore di Castagna.
Dopo un'abbondante colazione e un giro per il centro (il Duomo è chiuso per lavori al tetto), Lorenzo ed io raggiungiamo Sara in una pasticceria: la lezione di oggi riguarda un tipico dolce autunnale che dobbiamo assolutamente assaggiare prima di partire. Dopo poco ci raggiungono anche Andrea e Armin.
Il Cuore di Castagna è un dolce, incredibile a dirsi, a forma di cuore. Una copertura di cioccolato fondente che racchiude un'anima di crema di castagne. Il tutto decorato da una striscia di panna montata.
Insieme ce lo gustiamo pian piano, poi di volata di nuovo alla libreria Ubik, per dare modo a Lo di salutare Alberto Corradi, ex caporedattore di Black Velvet, invitato a parlare dell'ultimo libro di Ott.
Un ultimo saluto a tutto il gruppo degli organizzatori e poi siamo di nuovo in macchina. Mi faccio scaricare a Trento e passo la giornata con un'amica prima di prendere in serata il treno che mi riporterà a Milano.

Lezione numero cinque: Se puoi sceglierti il posto in treno, sta alla larga dai truzzi tedeschi.
Salire su un treno è sempre un gesto di commiato consapevole. Non è come prendere un aereo, o partire in macchina.
Mentre salgo penso alla persona che ho appena salutato, alla città che lascio alle spalle, ai nuovi incontri.
Mi piacerebbe assopirmi, cullandomi in questo stato melanconico, se non fosse per una musica tecno house tedesca che risuona per tutto il vagone, spesso accompagnata dai cori entusiasti dei ragazzi: parlano in tedesco ma bestemmiano in italiano, evidentemente per non urtare la sensibilità degli altri passeggeri.
Ma in fondo questo è solo un piccolo inconveniente che mi traghetta fino alla stazione centrale, mentre ripenso alle lezioni che mi porto a casa da questi due giorni in terra alpina.
E se permettete un po' di sentimentalismo a questo vecchio (nella testa) redattore... ecco, quello che mi porto a casa è un ricordo di belle persone e bei momenti, dolci e nuovi come un Cuore di Castagna.




Autore Reportage: Matteo Broggi
Ringraziamo tutti i ragazzi e le ragazze del Bolzano comics per la simpatia, l'ospitalità e anche le foto qui sopra.

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